mercoledì 13 marzo 2013

La Festa del Papà: origini e tradizioni



La Festa del Papà in Italia viene celebrata il 19 Marzo in concomitanza con la Festa di San Giuseppe, che nella tradizione popolare è considerato il Santo protettore dei poveri, degli orfani e delle ragazze nubili. In virtù della sua antica professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa. 

Venne festeggiata per la prima volta il 5 luglio 1908 a Fairmont in West Virginia, presso la Chiesa metodista locale. Tuttavia, fu la signora Sonora Smart Dodd la prima persona a sollecitarne l'ufficializzazione: infatti, senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont e ispirata dal sermone ascoltato in Chiesa durante la Festa della Mamma del 1909, ella organizzò la festa una prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane, Washington. La Festa fu organizzata proprio nel mese di Giugno perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana.

Pertanto agli inizi la Festa del Papà ricorreva nel mese di giugno, in corrispondenza del compleanno del Signor Smart alla quale fu dedicata, poi, solamente quando giunse anche in Italia, si decise che sarebbe stato più opportuno festeggiarla nel giorno della Festa di San Giuseppe.

La Festa del papà nella tradizione cristiana e pagana 
La Chiesa cattolica ricorda san Giuseppe proprio il 19 marzo con una solennità a lui intitolata.

San Giuseppe con Gesù Bambino (1635) - Guido Reni
I primi a celebrarla furono i monaci benedettini nel 1030, seguiti dai Servi di Maria nel 1324 e dai Francescani nel 1399. Venne infine promossa dagli interventi dei papi Sisto IV e Pio V e resa obbligatoria nel 1621 da Gregorio VI. 

I papi Pio IX e Pio XI inoltre consacrarono il mese di Marzo a San Giuseppe. 

Poiché la celebrazione di San Giuseppe coincide con la fine dell'inverno, si è sovrapposta ai riti pagani di purificazione agraria, effettuati nel passato.

In quest'occasione, infatti, è tutt’ora usanza bruciare i residui del raccolto sui campi ed accendere enormi cataste di legna ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi salti, e le donne anziane, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe.

Secondo la tradizione San Giuseppe, oltre ad essere il patrono dei falegnami e degli artigiani, come già citato, è anche il protettore dei poveri, perché a Giuseppe e Maria fu negato un riparo per il parto da poveri in fuga.

Proprio per questa ragione alla Festa di San Giuseppe è legato anche il pane, spesso deposto sugli altari.

In Sicilia e nel Salento sono diffuse usanze denominate “Tavole di San Giuseppe”: la sera del 18 marzo le famiglie che intendono assolvere un voto o esprimere una particolare devozione al Santo allestiscono in casa un tavolo su cui troneggia un’immagine del santo e sul quale vengono poste paste, verdure, pesci freschi, uova, dolci, frutta, vino. Sono poi invitati a mensa mendicanti, familiari e amici, tre bambini poveri rappresentanti la Santa Famiglia. Si riceve il cibo con devozione e spesso recitando preghiere, mentre tredici bambine con in testa una coroncina di fiori, dette “tredici verginelle”, cantano e recitano poesie in onore di S. Giuseppe. Talvolta è un intero quartiere a provvedere e allestire le tavole all’aperto.  

Dolci tradizionali della Festa del papà in alcune località italiane 
Dolci tipici di questa Festa tutta al maschile sono le “frittelle” (Firenze e Roma) che sono note come:
-“zeppolea Napoli e in Puglia, 
-“sfinciea Palermo.

In Canton Ticino, invece, vengono realizzati come richiede la tradizione tipica locale: i “tortelli di San Giuseppe“. 












Nelle vostre località quali sono i dolci tipici che vengono realizzati quando ricorre questa festività? Quali sono gli ingredienti e gli attrezzi da cucina fondamentali per una loro buona riuscita? 

Non dimenticate di raccontarci le vostre tradizioni!! 

Vi saluto caramente,
Ely  

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